Collaborazione Roxa

Le origini del pattino X-Treme 2005

Intervista di Plasson a Enrico Perano

Come è nata l’idea della tua collaborazione con ROXA per lo sviluppo dei pattini da slalom ?

Dalla mia “disperata” ricerca di un pattino che potesse somigliare nelle prestazioni, almeno vagamente, alla serie CT della TECNICA. Io fui il primo atleta del team Tecnica e vi rimasi praticamente fino alla fine, fino a quando cioé la Tecnica non passò alla Rollerblade la produzione e vendita dei pattini.Calzai per la prima volta un pattino della serie CT (opportunamente modificato dalla Tecnica per il sottoscritto, in modo da essere un misto tra CT7 e CT5) nel giugno del ’97. Il sollievo e la comodità che provai nei piedi già dal primo momento mi convinsero a non lasciarli più e continuai ad usarli nelle gare e negli allenamenti gli anni successivi, anche quando si interruppe la loro produzione, nonostante i modelli subentrati al loro posto continuassero a essere validi (in particolare il pulsar e il twister per lo slalom). La magicità del pattino CT stava nell’avvolgere il piede in modo uniforme e nell’essere comunque sempre confortevole anche se lo scafo e il gambaletto venivano chiusi molto stretti. In pratica era una scarpa rigida che permetteva al piede anche il movimento più estremo sorreggendolo in qualsiasi posizione. Una impressione simile me l’aveva data fino ad allora solamente lo scarpone da sci, per cui mi orientai verso una ditta come la ROXA che essendo all’avanguardia come produttrice di scarponi da sci forse poteva venire incontro alle mie esigenze. Già anni addietro avevo avuto dalla ROXA una brevissima sponsorizzazione e in quell’occasione avevo usato come pattino, il modello Mithos. Mi ricordavo che era un pattino molto semplice, assolutamente senza pretese (d’altra parte anche molto economico) ma lontanamente mi ricordava il PS della Tecnica, versione economica e semplificata del CT, per cui magari se si fossero fidati dei miei suggerimenti e li avessi convinti , insieme avremmo potuto far rinascere il mitico CT o per lo meno una scarpa di prestazioni molto simili. Guardai pertanto il sito ROXA, contattai il rappresentante e mi feci spedire un paio di pattini Slalom 4, per provarli.L’impressione fu buona, mi convinsi che poteva essere un punto di partenza per arrivare con opportune modifiche a quello che cercavo, cioé a un pattino simile al CT di uso versatile che permettesse di fare slalom, danza e magari nel contempo anche free-style in discesa, gradinate, qualche salto, e così via.

Come si chiamerà il nuovo modello da te sviluppato per Roxa ?

Si chiamerà XTREME e avrà stampato sullo scafo il logo del mio sito con la mia firma.

Data di entrata nel mercato ?

A Ottobre uscirà il primo modello con lo spoiler+velcro e carrello in alluminio di 243 mm (la minima distanza per contenere ruote da 80 mm), dico primo modello perché in primavera del 2006 si potrà scegliere la lunghezza del carrello su tre misure, ovvero oltre a quella standard di 243 mm saranno disponibili anche le misure 226 e 236; inoltre la scarpetta interna sarà ancora più imbottita e potrà essere alta solamente come il gambaletto e quindi senza spoiler.

In che stati del mondo sarà venduto ?

Sarà venduto in tutta l’Europa, compresa quella orientale (Russia, Iran, Egitto, Israele), in Cile e Colombia, forse anche in Cina.

Su cosa ti sei basato principalmente per lo sviluppo di questo pattino ?

Oltre alla mia esperienza di 10 anni di pattinaggio e 5 di competizioni di slalom e discesa, mi sono avvalso della collaborazione di Sergio Gallini (aka: plasson), un pattinatore italiano della ‘nuova’ generazione, che sta emergendo nel mondo dello slalom in Spagna, nonché mio grande amico. I suoi preziosi consigli e suggerimenti, insieme a una grande conoscenza del mercato’pattinifero’ attuale, mi hanno anche aggiornato sulle esigenze dei pattinatori di oggi e sugli eventuali pregi e difetti dei pattini della concorrenza.

Quali sono, secondo te, le caratteristiche generali che deve avere un pattino da slalom ?

Il pattino ideale deve essere costituito da scafo+ gambaletto entrambi rigidi con l’eventuale aggiunta dello spoiler inserito nella parte alta del gambaletto e il relativo velcro per la chiusura. Le estremità del gambaletto devono arrivare nella parte anteriore le più vicine possibili e sopra deve esserci una leva micrometrica per la chiusura. Come il gambaletto anche lo scafo deve avere una leva per la chiusura, ma è fondamentale che, oltre alle due leve, vi siano i lacci. Questo perché le leve tendono a chiudere la scarpa (o il gambaletto) limitatamente nel punto dove sono fissate col rischio che insistendo nel chiudere pizzichino la gamba o la scarpetta interna danneggiando quest’ultima in un tempo relativamente breve. In pratica la sensazione può essere quella di sentire il piede e la caviglia stretti solamente in prossimità delle leve. I lacci invece permettono di stringere il piede in modo uniforme prima ancora di chiudere le leve. E’ poi importante che i lacci siano auto bloccanti, cioé che una volta tirati con la giusta tensione si blocchino a tale tensione e si possano annodare con tranquillità.Veniamo ora alla scarpetta interna, da cui dipende la buona riuscita di tutto il pattino. E’ importante che sia imbottita, di discreto spessore e abbastanza chiusa sulla parte anteriore in modo che già dia la prima sensazione di chiusura sulla caviglia e avvolgimento uniforme del piede ancor prima di chiudere lacci e leve. Il fatto che sia abbastanza chiusa nella parte anteriore serve anche per evitare che venga danneggiata dalle ripetute chiusure delle leve. L’altezza può essere uguale a quella del gambaletto o superiore. In quest’ultimo caso è fondamentale la presenza dello spoiler col velcro che una volta chiuso rende la gamba solidale con la scarpetta nei movimenti. Voglio precisare che la chiusura del velcro non equivale a quella di una leva anche perché una chiusura rigida (e tale sarebbe utilizzando una leva) a quell’altezza potrebbe impedire qualche movimento particolare fatto rimanendo appoggiati al terreno solo sulle ruote terminali ( ad esempio sulle punte). In realtà il velcro realizza una chiusura morbida ed ha solo il compito di mantenere, nella parte finale della scarpetta che fuoriesce dal gambaletto, la gamba aderente alla scarpetta stessa onde evitare l’insorgere di leggere abrasioni o vesciche.Ricordo per ultimo la presenza di un elemento pure importante, che già ebbi modo di apprezzare coi pattini Tecnica: lo shock absorber inserito nello scafo in prossimità del tallone onde ridurre l’effetto delle vibrazioni del terreno e di eventuali urti.

Sappiamo che a volte le marche costruttrici ascoltano di più i loro esperti di marketing che gli atleti. Com’è stata la collaborazione con quelli di ROXA? Hanno seguito tutti i tuoi consigli ?

La collaborazione e i risultati ottenuti sono merito di un’intesa che si è venuta a stabilire tra me e Giuseppe (uno dei responsabile Roxa) fin dalle prime conversazioni telefoniche.La ditta è a conduzione familiare, gestita da quattro fratelli, con uffici, produzione e magazzini a tre ore di macchina dal sottoscritto: queste condizioni hanno ovviamente reso molto più semplice la collaborazione. Ho trovato da parte loro una grande disponibilità nell’ascoltarmi. Mi hanno sempre chiesto in modo dettagliato i motivi di ogni mia richiesta dandomi cos’ la soddisfazione di esprimermi e sfruttare la mia decennale esperienza ‘pattinifera’.Mi ricordo che un giorno telefonai a Giuseppe ben 5 volte sul lavoro, e lo trovai comunque sempre attento alle mie osservazioni.Ma la cosa più bella della ROXA è quella di essere l’unica ditta di pattini italiana rimasta veramente ‘pura’, cioé MAde in ITALY: ogni pezzo o accessorio dei loro pattini è prodotto in Italia, a differenza delle altre ditte che hanno solo gli uffici e i dirigenti in Italia, mentre la produzione è spostata nei paesi dell’Est. E nonostante ciò il prezzo dei pattini ROXA al pubblico è inferiore. Voglio infine precisare che il pattino XTREME, nonostante sia particolarmente adatto e rivolto allo Slalom, se usato con il carrello più lungo, cioé quello standard di 243mm, permetterà anche discrete prestazioni in altre specialità così da non doverlo calzare solamente per fare i birilli.Presenterà inoltre un grande vantaggio: quello di essere leggero (tre etti circa in meno del Twister), vantaggio che ti assicuro si incomincia a sentire già dopo il primo quarto d’ora che si hanno i pattini ai piedi.

Ciao Enrico, grazie e buon lavoro

Il pattino x-treme 2007 – relazione tecnica di Plasson

Caratteristiche generali:

Pattino in-line da freestyle e freeskate, scarpa rigida, telaio in alluminio da 243mm rockerato. Avvolge perfettamente il piede e da un ottimo controllo. La scarpa è molto resistente ed è praticamente indistruttibile.

Utilizzo principale del pattino:

è un pattino specifico per il freestyle slalom, permette usare 4 ruote da 80mm. e di avere rockering senza cambiare il diametro delle ruote, se invece preferiamo utilizzarlo con un assetto flat basta fare un “Antirockering” sostituendo le ruote centrali con delle ruote da 76mm! Perfetto anche per la danza in-line.

Comodità:

Questo pattino ha una scarpetta piuttosto grossa che da grande comodità, anche dopo molte ore consecutive di pattinaggio.

Manovrabilità:

  • Il controllo è la migliore caratteristica del pattino, usa una combinazione di molti sistemi di chiusura per offrire un’aderenza perfetta al piede.
  • Lacci nella parte anteriore con passanti basculanti e strozzalacci
  • Leva di chiusura a regolazione millimetrica a 45° sotto il collo del piede
  • Leva di chiusura a regolazione millimetrica sopra la caviglia
  • Chiusura aggiuntiva in velcro sopra la caviglia

Telaio:

è un telaio in alluminio 6000 extruso di ottima qualità, da precisione e rigidità al pattino. Gli assi sono degli assi standard passo M7 in alluminio uguali a quelli che si usano nella velocità.
La lunghezza di 243mm è perfetta per il freestytle con le sue ruote da 80mm. Il rockering rende il pattino ancora più agile a manovrabile mantenendo le 4 ruote da 80mm, questo facilita molto la fluidità nella realizzazione delle figure di freestyle sulle punte.
La posizione del telaio rispetto alla scarpa può essere cambiata a piacere longitudinalmente.

Scarpa:

La principale carattestica è la struttura rigida della plastica utilizzata e la possibilità di movimento del gambaletto che facilità la manovrabilità del pattino.
La qualità della plastica utilizzata è eccellente, robustissima, inoltre lo spessore della scarpa è superiore a quella di qualsiasi altro pattino che ho provato.
Il gambaletto avvolge bene la caviglia senza essere una restrizione per i movimenti del pattinatore.

Ruote:

Il pattino ha delle ruote Hyper da 80mm e 82A di durezza, di buona qualità.

Cuscinetti:

I cuscinetti sonoA bec 9 molto veloci e in più aperti sul lato interno al mozzo quindi ispezionabili per poterli pulire comodamente.

Distanza tra le viti che uniscono la scarpa al telaio:

165 mm.

Vestizione:

pattini X-treme risultano molto facili da vestire sia nel metterli che nel toglierli proprio grazie a i sistemi di chiusura sopracitati.

Valutazione generale:

Ottimo controllo e comodità, pattino molto agile e manovrabile. Eccellente durata ed ottimo rapporto qualità/prezzo.
Slalom Free-style Questo pattino è stato creato e pensato principalmente per questa disciplina. Lo uso da due anni e il pattino non ha mai mostrato problemi di solidità, inoltre la scarpa non cede con il tempo. Invece la scarpetta interna si adatta al piede con l’uso rendendo il pattino sempre più comodo. Il telaio rockerato da qualcosa in più ad un pattino già buono. Non ho più avuto bisogno di cercare ruote da 76mm, costose e che si consumano rapidamente, inoltre le ruote da 80mm hanno mogliorato le mie prestazioni nei tricks su una o due ruote 🙂
Freeskate La solidità di questo pattino è stata testata da saltatori freeskate esperti con risultati che dimostrano un’ottima solidità. Anche se non à stato creato per questa disciplina il Roxa Xtreme ha dimostrato di essere affidabile nella discesa di scale o altri gaps che si possono incontrare nelle città.
Pattinate in città Dopo essermi abitutato al rockering non ne ho più potuto fare a meno, nemmeno nelle pattinate cittadine o negli spostamenti più brevi. La facilità nelle curve si nota moltissimo e mi aiuta ad evitare gli ostacoli imprevisti che si incontrano quando ci si muove nel contesto urbano.
Downhill La scarpa del Roxa X-treme si adatta perfettamente alla pratica della discesa in-line. L’ho provato con un telaio Roxa 4X84mm ed è davvero eccezzionale, la rigidità della scarpa da un controllo perfetto in curva ad alta velocità e in rettilineo consente di arrivare a velocità molto alte senza perdere il controllo grazie alla leva di chiusura a regolazione millimetrica sopra la caviglia e alla chiusura aggiuntiva in velcro sopra la leva.
Roxa è praticamente l’unica marca di pattini che produce in Europa… Per di più è un prodotto 100% italiano.

Enrico Perano collabora dal 2005 con il marchio ROXA, permettendo anche lo sviluppo tecnico dei pattini per lo style slalom

Presentazione X-treme della ROXA 2011
Materiale innovativo – bas 1260

Passi di Styleslalom realizzati con il pattino X-treme 2011:
Mix di compassi incrociati e 180 laterali.

Passi di Styleslalom realizzati con il pattino X-treme 2011:
Tricks su due ruote.

Passi di Styleslalom realizzati con il pattino X-treme 2011:
Caffettiere avanti e indietro semplici e incrociate

Il nuovo pattino prodotto da Roxa per il downhill. Un telaio dotato di 4 ruote da 100 mm

Trainato da un aereo ultraleggero e staccato al momento del decollo

Roxa Team 2009: Sarah Veronese, Strijbos, Mattia Saltalleggio, Plasson, Juan Carlos Fidalgo